Teatro virtuale per un personaggio in cerca d'autore - Davide Galli

Questo progetto rappresenta la ricerca di una relazione, di un confronto e scontro tra realtà e immaginario, tra vita quotidiana e luogo dell’azione. La realtà è quella dell’individuo e l’immaginario quello dell’architetto e dei pianificatori. Un tentativo di lettura della vita quotidiana dell’abitante nella metropoli contemporanea, un personaggio in cerca d’autore nella dimensione al limite del virtuale della città.

Possiamo leggere questa indifferenza, differenza e diffidenza nella recente storia dell’architettura, dal moderno ai giorni nostri. La città come terreno di scontro tra scenografia dello spettacolo della cultura contemporanea e la semplicità e individualità di tutti noi che ci cimentiamo come attori spaesati e disorientati in questo palcoscenico. Ormai ovunque possiamo ritrovare le tracce di questa disconnessione, labirintite cronica della città, da NY a Parigi, fino a Milano.

Questa ricerca parziale e in divenire parte dal percorso di tesi universitaria in cui ho approfondito i temi della metropoli contemporanea, delle visioni distopiche dei movimenti radicali fino alla ricerca di tracce di questo dissenso e distacco nelle città di oggi. Da fotografo ho ritrovato tutto questo sul campo. Precipitato a NY, travolto e ammaliato dall’onnipotenza architettonica metropolitana, ho iniziato a prendere i primi frettolosi appunti. Spostandomi successivamente a La Défense a Parigi ho sentito nuovamente molto forte questa sensazione e ho iniziato a strutturare la ricerca, passando poi a Marsiglia, da dove forse tutto è iniziato, e finendo a Milano dove le note grevi di NY si stemperano in una formula più delicata e ammiccante ma non senza contraddizioni. 

In tutte le immagini, in senso cronologico dall’inizio dell’indagine, troviamo dei soggetti all’interno di una scenografia fuori scala, asettica, altra rispetto all’azione, astratta. L’individuo è sempre distratto, con sguardo indifferente e spesso chino rispetto a un luogo accelerato verso l’alto, slanciato e svettante, fiero e autoreferenziale, mentre la disarmante semplicità e normalità si ferma ai suoi piedi.

 

“L’incertezza personale non è infatti un dubbio esterno a ciò che accade, bensì una struttura obbiettiva dell’evento stesso, in quanto va in due sensi contemporaneamente, e dilania il soggetto secondo questa duplice direzione. Il paradosso è innanzitutto ciò che distrugge il buon senso come senso unico, ma, anche, ciò che distrugge il senso comune come assegnazione di identità fisse.”

Deleuze Gilles, Logica del senso, Giangiacomo Feltrinelli Editore, Milano, 1975; p11;

 

Il qui ed ora dell’individuo si scontra con l’ovunque e ubiquo senza tempo della città. L’intento è quello di mostrare un paradosso, un’incertezza perturbante e controversa che mette in crisi il buon senso e il senso comunque.

Nato a Mantova nel 1988 si laurea in architettura al Politecnico di Milano nel 2015 quando torna nella sua città dove pratica la professione come architetto prima di dedicarsi esclusivamente alla fotografia nel 2016. Dopo aver vissuto e lavorato un anno a Parigi torna in Italia e si stabilisce a Milano nel 2020. 

Scopre la fotografia durante il percorso di studi come strumento di comprensione, i suoi progetti personali sono infatti letture del contesto urbano in Italia e all’estero, alla ricerca di una chiave di lettura e di sintesi formale della città nei suoi oggetti e soggetti: Lettura, comprensione ed espressione. Le competenze maturate alla facoltà di architettura e quelle tecniche acquisite attraverso la sua passione sono alla base della suo lavoro professionale per Studi di design, aziende e clienti privati. Il suo lavoro si sviluppa nella sfera del design e dell’architettura, dal dettaglio ai reportage a scala urbana.

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