Sentirsi a casa - Nicolò Panzeri
‘Sentirsi a casa’ è la fase embrionale di una ricerca visiva, iniziata nel marzo 2024, incentrata sulla questione abitativa nella città di Milano.
Negli ultimi anni il costante incremento della domanda di alloggi in affitto ha portato a una crescita esponenziale dei prezzi che, da giugno 2014 a maggio 2024, sono aumentati mediamente del 65%¹: se dieci anni fa bastavano 700€ per un appartamento di 50m², oggi ce ne vogliono in media 1200€.
Per tutto il Novecento – con picchi fra gli anni ‘50 e ‘70 – l’edilizia residenziale pubblica è stata oggetto dei piani urbanistici della città di Milano, che metteva a disposizione alloggi a prezzi calmierati o a titolo completamente gratuito.
Dai primi anni Duemila questi piani si sono fortemente ridimensionati, per poi bloccarsi totalmente nel corso dell’ultimo ventennio – in un momento storico in cui i prezzi degli affitti non sono mai stati così alti.
La “questione” abitativa diventa una crisi, un problema, un buco nel quale vige il totale disinteresse delle Istituzioni – occupate invece nella realizzazione di alloggi transitori, come quelli in costruzione presso lo Scalo di Porta Romana, in previsione delle Olimpiadi Milano Cortina 2026.
Mosso da questi pensieri ho deciso di perlustrare, rigorosamente a piedi, la città che da quattro anni dovrei considerare “casa”. La mia indagine visiva si concentra proprio sui quartieri di edilizia residenziale pubblica, costruiti dal 1940 al 2000, prima di questo vuoto istituzionale.
Progetti che all’epoca vennero affidati a giovani architetti – alcuni di loro alle prime armi – come: Albini, BBPR, Bottoni, Canella, De Carlo, Figini, Gardella, Lingeri, Pollini e Ponti.
Oggi l’anima di questi quartieri si è fortemente modificata, con buona probabilità a causa della privatizzazione e della vendita degli alloggi, un tempo posseduti da istituti statali come INA Casa e IACP – progetti che oggi non hanno analoghi in tutto il territorio nazionale.
Quartieri come Comasina, QT8 e Feltre, malgrado il ricambio di abitanti e il passaggio del tempo, a mio parere conservano ancora un’impronta fortemente popolare, aperta e accessibile; tutte tipicità in via di estinzione nella città metropolitana contemporanea.
Ho analizzato il tessuto sociale di questi luoghi, soffermandomi sulle architetture, così come sulle tracce lasciate dai relativi abitanti e dal tempo, considerando concettualmente l’intersezionalità delle tematiche sociali-culturali-ambientali, per nulla estranee fra loro ma, anzi, reciprocamente intrecciate.
Tematiche che dovremmo tenere bene a mente nel progettare complessi di edilizia residenziale pubblica che non creino un deterioramento delle aree circostanti e non isolino i complessi stessi dal resto del tessuto urbano.
¹ Dati disponibili su Immobiliare.it e Idealista.it
Nicolò Panzeri è un fotografo di architettura e paesaggio con base a Milano.
La sua ricerca si concentra sulle conseguenze ambientali, sociologiche e culturali che i comportamenti e le pratiche umane hanno sul paesaggio contemporaneo. Il suo lavoro è stato esposto a La Triennale Milano, Fotografia Europea, Phmuseum e in alcuni festival europei fra cui Encontros da Imagem. Le sue fotografie fanno parte delle collezioni di Linea di Confine e del Museo di Fotografia Contemporanea Mufoco.
Tra le principali pubblicazioni YES TO ALL (Emergenze Publishing), JOBS – Forme e spazi del lavoro (Quodlibet), Almanac of Suspension (Witty Books).
Attualmente lavora a progetti di ricerca personale e collabora con studi di architettura e aziende.