Napoli Città - Porto - Gianluca Piccolo

Il porto di Napoli non fa parte della città, è un corpo estraneo ad essa e la sua sagoma, fatta di gru, container e grandi navi spezza l’orizzonte e si frappone tra la città e il mare, la cui fruizione è di fatto preclusa a larga parte della cittadinanza.
Il racconto di questa barriera è l’oggetto delle mie fotografie. Esse raccontano di uno spazio chiuso e inaccessibile, ignoto ed ignorato dai più, le cui attività sono però in stratta simbiosi con quelle di una città intera.
La fotografia è stata lo strumento per conoscere ed analizzare quei luoghi che io stesso conoscevo poco, indagarne le dinamiche interne, ma anche il rapporto spaziale e visivo che essi instaurano con i quartieri cittadini limitrofi e dai quali sono divisi dalla Via Nuova Marina, strada a scorrimento veloce che, come un fiume, divide la città degli uomini da quella delle navi e dei cantieri.
L’alternanza nelle fotografie di riprese dall’alto e dal basso credo possa suggerire la vastità di questo spazio, scandito dalle forme e dai colori dei container che ne punteggiano la superficie e segnato da lunghe arterie viarie percorse da mezzi pesanti che entrano ed escono, senza sosta, dalla vicina autostrada.
Se le immagini dei container e delle strade presentano uno spazio anonimo e poco caratterizzato, le immagini realizzate dalla sommità delle gru raccontano, invece, del rapporto che, seppur conflittuale, resiste tra la città di Napoli e il suo porto, una dualità forse ancora da raccontare.