L'atto di vedere - Filippo Ferrarese
Con un testo di Claudia Angarano
Testo tratto da “L’atto di vedere” di Wim Wenders, Ubulibri, Milano, 1992.
“Per me le città sono come persone, e noi sviluppiamo con loro rapporti in qualche modo simili a quelli umani. Sono convinto che si debbano conoscerne i pregi, i difetti.
La città può essere scontrosa, riservata o schiva con una persona. Con alcune occorre avere pazienza, altre invece sono impazienti con i loro abitanti; ci sono città che ti assorbono le energie, esattamente come esistono persone di questo tipo, mentre altre ti offrono continui stimoli alla riflessione e all’immaginazione.
Le città hanno sotto molti aspetti un carattere particolare, e nei miei film assumono veramente il ruolo di protagoniste. Molto di più dei paesaggi, che non riescono a comunicarmi tanto.”
Queste righe mi fanno pensare al doppio carattere di Milano…è come se parlassero sempre della stessa città. A volte è difficile da cogliere, nascosto come è a uno sguardo distratto.
Ma un’altra immagine della città esiste eccome. E questa situazione eccezionale ce la mostra finalmente evidente.
Non è un trucco visivo, non è un inganno, si tratta solo di fermarsi…e vedere.