Gibellina - Christian Bono

50 anni dopo, il progetto di un sogno

È sotto gli occhi di tutti che queste opere, sul cui valore ovviamente non si discute, siano adesso in condizioni di abbandono, e Gibellina appaia come una città fantasma dove gli abitanti dichiarano di non trovarsi a proprio agio. Si è preferita l’arte ai servizi di pubblica utilità

Mario La Ferla, Te la do io Brasilia (2004)

Nel 2021, a circa cinquant’anni dagli inizi della progettazione e della successiva costruzione della  Nuova Gibellina, a seguito del terribile terremoto del Belice del 1968 che distrusse il paese stesso e  alcuni limitrofi, mi sono interrogato su come sia cambiato il comune nel corso degli anni e di come  sia diventato oggi. All’ingresso del Museo di Arte Contemporanea di Gibellina, il MAC, si trova un plastico che mostra la visione che fu della nuova città, e come sarebbe stata costruita sotto la guida dell’allora sindaco Ludovico Corrao. 

Questo progetto propone un’osservazione attenta tra le vie della Nuova Gibellina per annotare ciò  che è diventato realtà, quali costruzioni sono state già abbandonate nel giro di meno di 50 anni e  quali ancora mancano. Si delinea un tour che mette in luce i contrasti tra l’idea di progetto, un  tempo ammirevole e utopistica, e la realtà attuale di un comune ancora lontano dall’essere come  quel plastico, che una volta rappresentava una speranza per la città, pieno di opere d’arte e di  architetture particolari ma privo, come la realtà, della presenza umana e delle relative esigenze.