Fans of a Fake History - Luca Girardini
Ricostruzioni di edifici monumentali nell'ex Germania Est.
Qual è l’identità di un luogo?
Che cos’è un monumento?
Qual è la differenza tra nuovo e antico?
Il XX secolo ha lasciato a Berlino una struttura urbana complessa, frutto della Seconda Guerra Mondiale e del periodo in cui la separazione tra Germania dell’Est e dell’Ovest ha congelato lo sviluppo urbano di molte parti della città. Nella DDR (Germania dell’Est) si sviluppò un’identità cittadina legata all’ideologia corrente: accanto ai pochi vecchi edifici sopravvissuti ai bombardamenti cominciarono a crescere edifici istituzionali razionalisti ed edifici residenziali prefabbricati.
Con la fine della Guerra Fredda, la Berlino riunificata si presentava come un paesaggio urbano eterogeneo, composto da un mix di lotti vuoti, aree in cui la struttura urbana prebellica era sopravvissuta e quartieri di nuova costruzione. All’interno di questo scenario urbano eterogeneo, cominciò a crescere l’esigenza di recuperare un’identità che non fosse legata all’ideologia sovietica o nazista.
Una domanda difficile alla quale si decise di rispondere, nelle aree più centrali, con una ricostruzione anacronistica degli edifici più rappresentativi. Questa ricostruzione, effettuata dopo 70 anni, annullò di fatto una fase decennale dello sviluppo della città.
Questo approccio “storicista” è stato guidato dalla ricca e potente Germania Ovest, che ha imposto la sua idea di identità cittadina, a scapito della stratificazione urbana che si era sviluppata nei centri cittadini della DDR. La scelta è stata quella di ricostruire parti di città come erano prima della Seconda Guerra Mondiale, nascondendo così alcuni decenni di controverso sviluppo urbano della città.
Questo progetto fotografico si concentra su questi edifici iconici che vengono ricostruiti nel centro di Berlino e Potsdam come risultato di una selezione arbitraria di un periodo storico che si sceglie come rappresentante dell’identità cittadina.
Le aree di interesse di questa ricerca sono quelle centrali di Berlino e Potsdam, entrambe parte della DDR dal dopoguerra al 1989. Gli edifici più rilevanti sono l’Antico Berliner Schloss (ex Palazzo dei Re di Prussia) situato nella centrale Isola dei Musei di Berlino, che è appena stato inaugurato a seguito di un concorso che prevedeva la ricostruzione delle facciate esterne e della cupola centrale, in modo che l’aspetto esterno fosse uguale a quello dell’edificio del XVIII sec.
Della vicina Schinkel BauAkademie, costruita nel 1836 e demolita per la guerra, è stato eretto solo un angolo ma l’intera ricostruzione inizierà presto.
Lo Stadtschloss di Potsdam è stato completato da pochi anni, con dimensioni un po’ diverse rispetto all’originale. Si sta inoltre lavorando per la ricostruzione dell’intero quartiere limitrofo.
La ricostruzione della GarnisonKirche a Potsdam invece si prevede che sarà completata nei prossimi anni.
“Fans of a Fake History” mira a mettere in luce un approccio urbanistico/architettonico controverso che ha intenzioni chiare, ma allo stesso tempo è fonte di dubbi e critiche. Questa strategia di conservazione selettiva riflette la confusione identitaria della Berlino contemporanea, dove si cerca di cancellare dalla memoria gran parte del XX secolo per recuperare il filo dell’identità perso quasi 100 anni fa. È solo un atto politico?
Luca Girardini è un architetto che ha deciso di dedicarsi alla fotografia.
Si è laureato in architettura presso l’Università IUAV di Venezia. Dopo alcuni anni di lavoro come architetto, nel 2010 intraprende la carriera di fotografo freelance concentrandosi su Architettura, Interni e Paesaggio. Attualmente risiede a Berlino e lavora principalmente in Germania, Italia e Spagna.
Oltre l’attività professionale di fotografo di architettura sviluppa progetti di ricerca fotografica le cui tematiche ruotano attorno alla storia dell’architettura e al paesaggio urbano.
Nel 2020 è selezionato, come parte del collettivo Marco Zorzanello Z+LG, per l’Atlante dell’Architettura Contemporanea, un progetto del Ministero della Cultura italiano, per fotografare diverse architetture contemporanee italiane.
Nel 2010 vince il concorso internazionale Diari della Terra promosso dalla Regione Veneto.
Nel 2016 è selezionato da Photoespaña Descubrimientos con il progetto “What’s wrong with my villa?”.
Collabora con l’Università di Architettura di Siviglia (Spagna) e l’Università di Architettura di Villavicencio (Colombia) per una serie di conferenze online dal titolo “Analisi urbana e fotografia”.