Eden Project - Stefania Miravalle
Forse vittima del complesso del Prometeo bachelardiano, nel corso della sua evoluzione la civiltà occidentale ha interpretato il rapporto tra uomo e natura in termini conflittuali come dominio e superamento, contrapponendo il progresso tecnico e tecnologico al rispetto per l’ambiente.
In un mondo ormai consapevole delle pesanti conseguenze di questo atteggiamento, il complesso dell’Eden Project – il primo di una serie di progetti internazionali – supera questo dualismo per mettere a fuoco l’interdipendenza tra piante e persone e promuovere il cambiamento, in primis a livello locale. Centro propulsore di attività volte alla sostenibilità ambientale, la stessa struttura architettonica del complesso si impone come messaggio e stimolo alla riflessione: il progetto di Grimshaw Architects propone infatti un possibile equilibrio tra ecosistema e tecnologia, traendo insegnamento dalla natura per risolvere esigenze pragmatiche ed arrivando a mimare le sue forme. Questa operazione si pone inoltre come prova tangibile delle potenzialità dell’azione umana in sinergia con la natura; la considerevole conversione di una cava di kaolinite nella più grande foresta pluviale in cattività esistente al mondo dimostra così che la rigenerazione, anche se ardua, è possibile.