Bunker - Vincenzo Pagliuca
Il mio primo contatto con i bunker altoatesini risale alla residenza artistica TiefKollektiv – ProfondoCollettivo a cura di Michele Fucich, cui ho preso parte nell’estate del 2018 a Glorenza, in alta Val Venosta. Nei pressi di quei bunker circondati da meleti ho sostato a lungo, affascinato dal modo in cui, pur nella loro monolitica presenza, fossero in qualche modo divenuti parte del paesaggio.
Successivamente sono venuto a conoscenza delle circa 400 opere di fortificazione presenti in tutta la provincia autonoma di Bolzano, risalenti agli anni a ridosso dello scoppio della seconda guerra mondiale. Ho così deciso di portare la ricerca fotografica su una scala territoriale più ampia, visitando un centinaio di siti nell’arco di alcuni anni.
Queste singolarità architettoniche, costruite in calcestruzzo e caratterizzate da ingegnosi sistemi di mimetizzazione, sono state dismesse dall’esercito nel 1993 e, da quel momento in poi, sono andate incontro a destini differenti: dai rari esempi di tutela al più frequente abbandono, dall’abbattimento al riutilizzo come depositi agricoli, cantine per la stagionatura di vini e formaggi, cisterne, ecc.
Su un piano personale, ciò che è emerso confrontandomi con esse è la possibilità che hanno di aprirsi all’immaginazione richiamando forme primordiali in diretta connessione con la figura, a me cara, della casa onirica, già oggetto di un mio lavoro dal titolo mónos (Hartmann Books, 2022). Immagini archetipiche dell’abitare che, come ogni tana, grotta o rifugio, sono dotate di valore simbolico per tutti gli esseri umani e in grado di instaurare un dialogo col nostro inconscio.
I bunker si rivelano così un’eredità culturalmente complessa; al contempo costruzioni singolari che con la loro estetica hanno segnato l’architettura del ‘900 e dimore oniriche, ma anche monumenti alla fragilità umana e relitti di un’epoca segnata dalle ideologie nazionaliste e dall’incapacità di risolvere conflitti con mezzi pacifici. Attraverso di essi il paesaggio ci racconta della società che li ha prodotti e ci fornisce spunti, quanto mai attuali, per osservare la contemporaneità e interpretare il presente; queste ed altre sono le motivazioni per le quali meritano di essere conosciuti e tutelati.
Nelle pagine che seguono un estratto del lavoro, esposto per la prima volta nella sua interezza a Foto Forum di Bolzano nel febbraio 2023.
La ricerca artistica di Vincenzo Pagliuca si rivolge al territorio e ai segni dell’agire umano su di esso, con una particolare attenzione al nesso paesaggio-architettura nelle aree rurali e nella periferia italiana. I suoi lavori sono stati esposti in musei, gallerie e festival di diversi paesi europei e sono frequentemente oggetto di pubblicazione su riviste e piattaforme di architettura e cultura visiva.
Ha preso parte a residenze d’artista in Italia e all’estero e a progetti di formazione e promozione culturale come il Laboratorio Irregolare di Antonio Biasiucci. E’ autore dei libri mónos (Hartmann Books, 2022) e Napoli Nord • Case Rom (The Velvet Cell, 2020).