BARE VENUS - Emanuele D'Ancona
Via dell’Elettricità a Porto Marghera era il motore dello sviluppo industriale del nord-est. Quarant’anni dopo la chiusura degli impianti SAVA nel 1972, si presenta come un non-luogo che ci lascia intravedere, tra pilastri di cemento corrosi e rampicanti, la memoria di una frenetica corsa allo sviluppo. Fino a cinquanta anni fa era crocevia di migliaia di operai. Ora, rimangono solo le tracce del loro passaggio come memoria sbiadita; restano sentieri battuti destinati a non essere più ripercorsi. L’immagine fotografica è così il varco intangibile che abbraccia lo spettatore e lo porta a percorrere quelle tracce; l’obiettivo è rendere al mondo un frammento di quella storia e di quei percorsi. Le immagini del progetto documentano, senza pretese metafisiche, le tracce visive del paesaggio urbano di via dell’elettricità in tutta la loro concretezza, tramite un taglio documentaristico netto e non figurativo.
L’intero complesso si presenta ai miei occhi come la scenografia di un cimitero industriale, pronto per essere “catturato”. L’uomo sembra essere totalmente assente in questo paesaggio urbano. Lo sguardo fotografico apre interrogativi sul futuro e lascia immaginare il potenziale dello spazio ex-industriale per la ricostruzione di progetti che includano uomo e natura in una nuova simbiosi. La bellezza spoglia di via dell’Elettricità è una Venere che, come emersa dal mare adriatico, si è adagiata sulle rive della laguna.