Altavisione - Matteo Benedetti
In questo progetto fotografico si è voluto evidenziare una variazione della città attraverso uno spostamento secondo l’asse verticale. Con il distacco dal suolo, elevandosi anche di poche decine di metri, la percezione della città cambia radicalmente e il diverso punto di vista svela luoghi inesplorabili negli spostamenti comuni. La prospettiva classica, costruita secondo le altezze e le proporzioni del punto di vista umano, viene qui alterata attraverso l’utilizzo dell’architettura come protesi per osservare altra architettura. Gli edifici non vengono ritratti mettendone in evidenza l’attacco a terra e il loro relazionarsi con il suolo. Occupano il quadro visivo come forme isolate nello spazio che intercorre tra il terreno e il cielo, dunque lo spazio urbano effettivamente abitato. Lo spazio della casa e del lavoro, i luoghi della permanenza che, attraverso finestre e terrazze, regalano visuali statiche immutabili nel trascorrere del giorno e della notte, nel susseguirsi delle stagioni. La visione è intesa qui come strumento per la conoscenza delle cose, una conoscenza parziale e non obiettiva, una traduzione della realtà che la interpreta organizzandone gli elementi secondo delle scelte. Il lavoro infatti non vuole essere una documentazione del paesaggio urbano di Roma, ma una sua rappresentazione funzionale a fornire il supporto fisico di un ragionamento sulla città in generale, sullo spazio urbano e sul modo di rappresentarlo.