Tagli luminosi - Giulia Pucciarelli
Come è importante, se non fondamentale, nella fotografia, tanto lo è nell’architettura: la luce plasma la forma, gli dà carattere e fa parlare gli spazi. E il modo in cui viene usata ed entra nelle chiese romane non è mai banale.
Da sempre viene considerata un elemento architettonico, proprio come può esserlo un pilastro. All’epoca di queste costruzioni, non potendo usufruire dei sistemi di illuminazione come li intendiamo oggi, si ricorreva ad un uso sapiente della luce naturale, sperimentando quindi con riflessi, ombre, materiali e colori per riuscire a comunicare e a suscitare emozioni.
È facile, non appena si varca la soglia di una basilica, percepire quali sono le parti più importanti dell’intero impianto architettonico. La penombra dell’atmosfera silenziosa viene tagliata da fasci di luce diretti rivolti all’altare, o alle cappelle. Dettagli che trasmettono la spiritualità del luogo.
Sono molto interessata a come percepiamo gli spazi che abitualmente viviamo e attraversiamo e al perché ci fanno provare determinate sensazioni. Mi ritrovo spesso a cercare quel particolare dettaglio che fa scattare in noi la scintilla.
Questa serie di scatti è stata realizzata nel corso di una ricerca parallela e più generale sulle basiliche romane, durante la quale sono rimasta affascinata dal modo in cui questi fasci di luce svelino le più profonde peculiarità dell’architettura.
“Faccia a faccia con la luce in un volume, lo spazio luminoso diventa onirico.” Steven Holl