Ad ognuno la sua storia - Daniele Domokos
Roma è la prova più concreta di quanto complessa e articolata fosse la civiltà romana: restano però nient’altro che parole ed immaginazione come strumenti per leggere e interpretare quel marasma creato dalla stratificazione storica e naturale. Poco di utile rimane per mettersi in contatto, comprendere, dialogare e ascoltare cosa queste rovine potrebbero suggerire di quel passato, di noi stessi oggi e, soprattutto, del nostro futuro. Cercare oggi tale dialogo con l’antico, e quindi con quella materia trasmessa nel tempo, sembra essere tale e quale alla necessità di scoprire la nudità di una persona per guardarsi e conoscersi davvero, per spogliarsi di giudizi e pregiudizi, per far calare le maschere e i meccanismi di difesa.
Questo progetto fotografico indaga alcuni aspetti materici, morfologici e tettonico-costruttivi delle rovine andando a focalizzarsi sulle loro superfetazioni, sui mutamenti del loro corpo. Si cerca di leggere e scrivere, tramite fotografia, come l’eterogeneità e le differenze siano state capaci di dar vita e forma a delle unicità.
Queste rovine, ormai messe a nudo, spogliate di vizi ed artifici, posano apparentemente mute ma irrimediabilmente mutate nella loro originale forma ed essenza.
Osservando queste rovine bisognerebbe avere la forza di riconoscere che la nostra unicità, come individui e come collettività, non è solo merito nostro ma è di tutti e che, in fondo, non importa nemmeno troppo sapere esattamente da chi, dove, come o perché sia successo.