Tracce - Antonio Alaimo

L’idea di seguire il corso del fiume Sele dalla sua sorgente a Caposele (AV) fin alla sua foce a Capaccio (SA), nasce dall’esigenza di riscoprire, attraverso le tracce che si trovano lungo il fiume, le origini di un territorio, del territorio in cui vivo.
Fin da bambino la mia nonna mi raccontava di donne che, partendo da Eboli e dai paesi limitrofi, si recavano nella Piana del Sele a piedi, con carri e con mezzi di fortuna, per lavorare la sua terra fertile.
Crescendo, quando dicevo che ero di Eboli, le risposte erano due, e cambiavano a seconda degli interessi dell’interlocutore: “Dove si è fermato Cristo”, rispondevano i lettori o “Si dda’ Chiana!!” (Sei della piana!!), rispondevano i lavoratori e le persone più anziane.
Quindi la piana del Sele mi identificava e mi definiva, in qualche modo.
Ma il fiume non identifica solo me o i suoi altri abitanti, ancor prima di noi identifica, attraverso la toponomastica, i luoghi che attraversa.
Nasce a Caposele, prosegue il suo percorso attraversando Contursi Terme (dove l’acqua acquisisce proprietà sulfuree), passa sotto Ponte Sele, bagna da secoli le terre dove i coloni greci eressero l’Herajon (tempio dedicato a Hera Argiva), per poi arrivare a Foce Sele.

Mi è bastato seguire lo scorrere delle sue acque per (ri)trovare tracce di miti, di storia, di tradizioni: tracce dell’uomo.