Faro di Bergeggi - Enrico Perassi
Fotografo solo architettura, paesaggi urbani o alterati dall’uomo. Purtroppo di non alterati non credo ne esistano più.
La fotografia è il mio mezzo per misurare, conoscere e comunicare l’architettura e lo spazio urbano. Mi considero un architetto che lavora con la macchina fotografica, piuttosto che un fotografo che lavora con l’architettura. Non è un giudizio, è una semplice osservazione.
Quando ci si siede di fronte a un muro, così vicini da non vedere altro, si può notare come tutto ciò che si trova alle nostre spalle dia qualità alla luce che scende su quel muro.
Questa breve serie di prese fotografiche è un’osservazione di un’architettura profondamente interessante. Sul limite tra la Via Aurelia e la spiaggia di Bergeggi, un edificio storico è stato consolidato e ristrutturato con tale attenzione che il risultato qualifica una porzione di litorale. Questa architettura, che per dirla con Zevi, riprende la poetica del masso scavato, sorge dalle rocce e dalla sabbia con rigore geometrico. La simmetria quasi stereometrica e l’ortogonalità dei piani sono interrotte a ponente. Vi ho ritrovato la forte umanità delle chiese romaniche dei borghi vicini. Un prisma dalle nitide facciate, non un’idea assoluta, ma superfici sulle quali osservare la bellezza della luce. Un’architettura da tornare a fotografare ancora, osservando il paesaggio che illumina i marmi.