Il suggestivo spazio museale dedicato alla collezione permanente della Fondazione Biscozzi | Rimbaud si trova in un edificio nel centro storico di Lecce, nello scenario di Piazzetta Baglivi.

Il restauro della sede è stato progettato e curato da Arrigoni Architetti, committente di questo mio lavoro fotografico.

Mi sono dunque preso il giusto tempo per  leggere lo spazio da documentare, il cui progetto di ripristino e riuso si era posto una sfida: da un lato non alterare gli assetti della preesistenza storica, ma anzi preservarne e metterne in luce la stratificazione; dall’altro rispondere all’esigenza contemporanea di accogliere la collezione d’arte. L’esposizione delle opere si sviluppa su un percorso ad anello che attraversa sale molto eterogenee, legate tra loro da un approccio comune nel trattamento di superfici e materiali e da tagli nelle pareti che permettono una visione degli spazi e delle opere con prospettive inedite, quinte e contrasti cromatici.

Questi elementi mi hanno guidato verso una narrazione fotografica che si snoda in una sequenza di  inquadrature strette e porzioni di spazio isolate, focalizzate sull’uso attento dei materiali, sul dialogo tra spazio e opere e sulle simmetrie e armonie dell’ambiente.  A connettere le varie scene, in un botta e risposta di campi e controcampi, è la luce, filo conduttore del racconto. Parte del processo fotografico, infatti, è stata sia la scelta accurata del periodo dell’anno e delle ore in cui scattare, sia la selezione degli spazi da fotografare in base al dialogo con la luce.

Se gli ambienti esterni, in calce naturale e pietra leccese, vibrano e si trasformano sotto la luce brillante tipica del Salento, negli interni vi è una situazione mista di luce solare e artificiale, quest’ultima controllata da un attento uso della domotica. Proprio questo controllo e il suo incontro con la luce naturale sono diventati strumenti irrinunciabili in questo progetto fotografico, preziosi nel bilanciare le rappresentazioni e nell’enfatizzare i rapporti luminosi, creando l’opportunità di restituire percezioni dello spazio sempre nuove e differenti.


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